Ci scrive Roberto per segnalarci la sua esperienza negativa con la Patavium, una entità che opera nel relativamente nuovo campo del recupero danni. L'idea sarebbe che, in caso di incidente, infortunio o altra disgrazia, invece di rivolgerci direttamente ai vari uffici competenti, si faccia capo ad un unica persona che svolga le varie pratiche per conto nostro al fine di ottenere un adeguato risarcimento.
Per saperne di più sul suo conto siamo andati a vedere sul loro sito, www.patavium.it, dove leggiamo che Patavium é un marchio della Generale Risarcimenti, una srl padovana. Leggiamo poi che é possibile affiliarsi alla Patavium per mezzo di un franchising i cui contorni ci vengono spiegati in un modo sommario.
Il sito, a dire il vero, non ci ha fatto una grande impressione. Ci pare un po' tirato via. Ma soprattutto avremmo gradito trovare più informazioni.
Cercando nel web abbiamo trovato poco su di loro, qualche parere positivo, ma che ci pare scritto in modo sospetto (saremo noi malfidenti), qualche parere negativo non ben motivato.
Detto questo passiamo a considerare quello che ci dice Roberto.
Le sue perplessità sono sul meccanismo del franchising, per come viene implementato da Patavium. In pratica chiederebbero molto di più di quello che offrono in cambio.
"La fee d'ingresso è più di 20000 € (mi sembra 24000) + IVA con cui ti forniscono un corso di due giorni in Veneto (ma paghi le spese di viaggio), la cartellonistica, la cancelleria, il software per il contatto con loro, consulenza nella scelta dell'ufficio e del computer, fax ecc..."
Spese a cui va aggiunto un fisso mensile:
"Bisogna pagare circa 400 € al mese di abbonamento per il marchio"
Inoltre Roberto consiglia, a chi fosse interessato a lavorare con Patavium di fare attenzione alle clausole scritte in piccolo. Infatti ci sarebbe una penale da pagare in caso non si riesca a concludere un minimo di tre contratti al mese.
Per quanto riguarda il non scritto, Roberto ci dice che gli avrebbero fatto capire che nel rapporto con i clienti conviene restare piuttosto sul vago a proposito dei loro impegni contrattuali, o addirittura tecere alcuni dettagli non secondari.
Come ci si può immaginare, per fare un lavoro del genere bisogna essere predisposti. Rimandiamo a "L'uomo della pioggia" (un bel libro di Grisham da cui é stato tratto un bel film diretto da Francis Ford Coppola, protagonista Matt Damon) per dettegli.
Ma passiamo a considerare la convenienza economica del contratto. Secondo Roberto il gioco non varrebbe la candela, dato che "la paga è una percentuale (infima) che viene retrocessa per causa vinta sull'effettivo valore del risarcito" e il supporto da parte di Patavium non sarebbe all'altezza delle cifre sborsate: "mi aspetterei qualcosa di più per attrarre i clienti".
In effetti a nemmeno noi c'é sembrato di vedere una gran copertura pubblicitaria.
Ricapitolando: consiglieremmo di leggere con attenzione il contratto prima di firmare, sia per chi intenda lavorare con Patavium, sia per chi intenda essere coperto da loro. E valutare approfonditamente se ne valga la pena.
1 commento:
patavium fa schifo
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