Il banchiere di Eliza

Prosegue la tragicommedia di Eliza (che poi sarebbe una truffa che ha lo scopo di spillarci quattrini). Nell'episodio precedente, la povera orfanella nigeriana, costretta alla fuga nel Burkina Faso per sottrarsi alle grinfie della perfida matrigna che, tra l'altro, aveva venduto un albergo nel principato di Monaco senza dare a lei, legittima erede dello scomparso generale Mainassara, il becco di un quattrino, ci aveva dato gli estremi del suo conto di deposito, ove si trova l'ingente somma di otto milioni di dollari e fischia.

Ci ha chiesto di contattare un tale chi ci avrebbe dato informazioni su cosa fare per togliere la poverina dalle difficoltà.

Noi l'abbiamo contattato e ora abbiamo ricevuto risposta, che ci accingiamo a riassumere qui di seguito.

Il buon Adama Lamine Seleke ci conferma di aver ricevuto la nostra mail e che ha avuto mandato da Eliza di trasferire la ragguardevole somma di 8.4 milioni di dollari su di un nostro conto. Unico intoppo, servono tre documenti:
  • un "notarized power of Attorney", non stiamo nemmeno a cercar di capire cosa sia, tanto deve essere firmato da un notaio del Burkina Faso;
  • un "Affidavit of Oath" del ministro della giustizia del Burkina Faso;
  • e un non ben specificato numero di "Letters of administration from the Probate registry in Burkina Faso".
Non stiamo tanto a guardare il pelo nell'uovo di questi documenti. Ci si dice chiaramente che devono essere fatti in Burkina Faso, quindi mica possiamo dire al Seleke che ci pensiamo noi. Però stare a scomodare un ministro per questa vicenda ci pare francamente eccessivo.

Il Seleke specifica chiaramente che tutti questi documenti sono obbligatori e solo quando li avrà ricevuti sgancerà il malloppo.

Abbiamo quindi scritto a Eliza chiedendole come dovremmo procedere. Insomma, come facciamo saltar fuori questi documenti?

Siamo sicuri che qualcuno conoscerà un buon avvocato che farà tutto per una bella sommetta senza nemmeno bisogno di vederci. Ma tanto per vedere come reagisce, abbiamo detto a Eliza che potremmo fare un salto in Burkina Faso per dare una spinta alla pratica.

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