Poveri ma Belli

Ci scrivono una lunga e divertente email Franco e Mauro Belli, che non possiamo riportare integralmente in quanto Bob, che é un po' bacchettone, non approva il linguaggio esplicito usato dai due. Ne facciamo una sorta di romanzo di appendice, riassumendolo e dividendolo in più post (é periodo di vacanza, e il materiale che ci hanno mandato é davvero tanto) invitando gli autori, come facciamo sempre in questi casi, a pubblicare la cosa su un loro sito e di comunicarci il link, in modo da permetterci di aggiungerlo ai post.

Dunque. Franco e Mauro sarebbero fratelli gemelli e durante le loro vacanze estive in montagna avrebbero trovato durante una passeggiata una copia di iosonoricco2 abbandonata presso un ruscello. iosonoricco2 é un volumetto di 140 pagine, sarebbe il seguito di un'altro ebook ovviamente titolato iosonoricco, che tale Mauro Franco vende sul suo sito e altrove, in una sorta di piramide, a un prezzo esorbitante. Ne avevamo già parlato qui. I gemelli Belli sostengono che non varrebbe la pena di comprarlo, in quanto basterebbe fare una passeggiata lungo fiumiciattoli di montagna per trovare innumerevoli copie abbandonate. Come dire: chi vuol intendere intenda. Noi non vogliamo e quindi non intendiamo.

La prima reazione dei gemelli sarebbe stata quella di utilizzare il malloppo come esca per un allegro falò estivo, stimolati soprattutto dal titolo "Io sono ricco 2" che non li ha entusiasmati più di tanto. Meglio "Poveri ma Belli", dicono loro. Le righe iniziali del testo, poi, sembrano a loro fatte apposta per stimolare intenti distruttivi: "Congratulazioni per l'acquisto" "Apparentemente Hai un cervello che funziona!"

I Belli restano sorpresi dall'offensività dell'affermazione. Pensa, ci dicono, a un tale che ha appena sganciato un malloppetto a 'sto tizio e in cambio si sente dire che apparentemente sia in grado di ragionare. Roba da mandarlo a farsi un giro da altre parti.
Notano inoltre che se a noi sembra che il cervello funzioni a chi ha scritto il testo pare proprio che non funzioni il correttore ortografico: che ci fa un'H maiuscola in mezzo alla frase?

Dettagli. Che però hanno colpito i gemelli, che si sono sentiti attirati e repulsi al tempo stesso dal fascicolo, che hanno quindi cominciato a leggere. Dopotutto, dicono ora, la lettura é stata anche divertente, e avrebbero anche pagato un paio di Euro per lo svago, anche se, secondo loro, a tratti sembrava il plagio di una profezia di maga Magò: "Se hai perso tutti i tuoi averi, con questo libro tutto ti tornerà indietro entro 12 mesi".

L'idea geniale

"Ma quale sarebbe il suggerimento fondamentale di Mauro Franco?" ci chiedono i Belli sapendo che noi non abbiamo risposta. Comprare i diritti di rivendita dell'ebook e rifilarlo ad altri. O, in subordine, accontentarsi del 40% del grisbì e non pagare diritti. Il suggerimento di Franco e Mauro é invece rivolto a chi ha scritto l'ebook, e si potrebbe riassumere come un invito a stamparselo su carta morbida, arrotolare per bene il malloppo e infilarselo, crediamo di aver capito, in tasca.

Altri suggerimenti (dell'autore, non dei gemelli) sarebbero quelli di comprarsi un sito su godaddy.com, affiliarsi a ClickBank e Amazon, prendere un indirizzo email su gmail, aprirsi una tessera postepay e un conto PayPal, scaricarsi OpenOffice e prendersi un autoresponder.

Da ciò i gemelli arguiscono che secondo Mauro Franco si farebbero milioni con le commissioni di vendita. E' possibile? Si chiede Mauro. Franco gli risponde che i milioni se li può sognare, però qualche centinaio di Euro al mese uno se li potrebbe anche fare. Con un certo impegno, si intende. Aiuterebbe non essere italiani, dato che in Italia le vendite su internet sono abbastanza fiacche. Mauro avanza l'ipotesi che questa sia una guida adattata da un originale americano, visto che lì le vendite per corrispondenza funzionano decisamente meglio. Franco si mostra sostanzialmente d'accordo.

La home page

Ah, diciamo noi ora. Perché leggiamo che i terribili gemelli si mettono ora a dileggiare Mauro Franco che dichiara con gran sprezzo del pericolo di essere l'inventore della "pagina di atterraggio" che sarebbe poi la home page di un sito.

Noi diciamo "ah", perché capiamo improvvisamente da dove abbia preso José l'idea della sua pasticciata home page di lavorovero.net. I Belli ci dicono infatti che l'autore di iosonoricco2 definisce la pagina di atterraggio in modo un po' confuso come "un dominio o uno spazio web dove far confluire il traffico, perché all'interno c'é tutte o quasi le tue affiliazioni".

Tralasciamo i commenti sull'italiano poco ortodosso e capiamo ora che il maldestro José voleva mettere in opera questo suggerimento. A nostro avviso non é una buona idea, soprattutto se la si realizza come ha fatto José. Il risultato più probabile ci pare quello di generare sconcerto nel visitatore e non di convincerlo a darci retta. Ma chi lo sa. Magari il fascino del caos spinge il visitatore a sganciare i propri soldi senza farsi troppe domande.

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