Lo Scrigno è ingannevole

Una nostra anonima lettrice ci ha segnalato in un commento ad un nostro precedente post su Lo Scrigno come la pubblicità di tale lavoro a domicilio sia stata censurata dal Garante della Concorrenza e del Mercato come ingannevole e punita con una sanzione pari a quindicimila euro.

Ci sembra di capire però che gli annunci continuino. Consigliamo perciò di segnalare la cosa ancora al garante (numero verde 800 166 661) che può emettere una nuova sanzione - fino a centocinquantamila euro - e perfino arrivare a far chiudere, almeno temporaneamente, l'attività in questione.

Per chi avesse fretta, facciamo a seguire un rapido riassunto del provvedimento del garante, a cui comunque rimandiamo per i dettagli.

Si tratta del provvedimento n°21285 del 23 giugno 2010. La parte convocata è la signora Tiziana Prato, in quanto titolare dell'impresa individuale Lo Scrigno.

Nel 2009 l'azienda avrebbe generato ricavi per poco meno di duecentomila euro, con un utile poco superiore ai ventimila euro.

La signora Tiziana Prato è stata convocata per aver diffuso "un'inserzione pubblicitaria volta a promuovere un’offerta di lavoro a domicilio" che è sembrata al Garante ingannevole: "l’attività lavorativa prospettata consisterebbe, in realtà, in un’offerta di fornitura di materiale a carattere oneroso".

Il Garante ha accertato che era richiesto un pagamento di 22,91 euro "dovuto al costo della spedizione e dell'imballaggio" e poi di 46,09 euro "direttamente al postino alla consegna del pacco".

Le testate che hanno pubblicato l'annuncio ritenuto ingannevole sono state: l'inserto Tutto Affari de La Stampa; Metro; Il Cercalavoro.

Il Garante ha comunicato alla signora Prato l'avvio del procedimento istruttorio il 28 gennaio 2010.

Sono resi disponibili estratti dalla lettera che veniva inviata dalla signora Prato a chi rispondeva all'annuncio. In particolare, in questo passo si esplicitano gli impegni richiesti da Lo Scrigno:

"Verserò la somma di € 22,91 tramite conto corrente allegato dovute al costo della spedizione e dell'imballaggio e le restanti € 46,09 direttamente al postino alla consegna del pacco. Sono consapevole che detta somma è riferibile a spese che voi sosterrete presenti e future e che niente altro mi sarà richiesto. Detta somma sarà interamente restituibile durante il nostro rapporto di collaborazione con € 3,00 in più per ogni articolo confezionato, fino al raggiungimento delle spese anticipate. […] Mi pagherete alla consegna la somma di € 10,00 (dieci/00) a pezzo da me confezionato […]".

Secondo la signora Prato, la discrepanza tra quanto offerto negli annunci e quanto richiesto effettivamente sarebbe giustificata dal fatto che un annuncio "serve unicamente per cercare un contatto iniziale".

Dato che l'annuncio è stata diffuso a mezzo stampa è stato chiesto il parere all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, che ha ritenuto sia considerabile scorretto: "si prospettano ottimi ed immediati guadagni […] In realtà dalla documentazione in atti è emerso come la promessa pubblicitaria occulti un'offerta di fornitura di materiale a carattere oneroso"; "il messaggio in oggetto non specifica l'effettivo contenuto della proposta ed in particolare, il suo carattere oneroso" e si contesta il fatto che non vengano fornite informazioni su "tutti gli elementi essenziali dell'offerta", mettendo il consumatore in un "palese stato di asimmetria informativa".

Secondo il Garante, il testo dell'annuncio, e la sua "collocazione all'interno delle sezioni dedicate alle offerte di lavoro" ingenera l'equivoco che si tratti di una concreta opportunità di lavoro, mentre in realtà "si concretizza nella mera fornitura a pagamento di un kit di materiale da assemblare".

Le segnalazioni e le prove raccolte hanno convinto il Garante che invece di una "ricerca del personale per lo svolgimento di lavoro domiciliare dietro pagamento di un corrispettivo", l'annuncio "in realtà celi una vera e propria inserzione pubblicitaria di vendita di materiale".

Dunque viene applicato l'articolo 22 del Codice del Consumo: "Una pratica commerciale è altresì considerata un’omissione ingannevole quando un professionista occulta o presenta in modo oscuro, incomprensibile, ambiguo o intempestivo le informazioni rilevanti di cui al comma 1, tenendo conto degli aspetti di cui al detto comma, o non indica l’intento commerciale della pratica stessa qualora questi non risultino già evidenti dal contesto nonché quando, nell’uno o nell’altro caso, ciò induce o è idoneo a indurre il consumatore medio ad assumere una decisione di natura commerciale che altrimenti non avrebbe preso"; e si cita anche l'articolo 20 che chiarisce come una pratica commerciale sia considerata scorretta "se è contraria alla diligenza professionale, ed è falsa o idonea a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico, in relazione al prodotto, del consumatore medio che essa raggiunge od al quale è diretta"

E quindi "tenuto conto della gravità e durata della violazione, si ritiene congruo irrogare alla sig.ra Tiziana Prato, titolare dell’impresa individuale Lo Scrigno, una sanzione pecuniaria pari a 15.000 € (quindicimila) euro".

Da notare che la delibera specifica che il garante "vieta l'ulteriore diffusione" della pratica commerciale identificata come scorretta. Dunque, chi venga contattato con il medesimo approccio dovrebbe segnalare al Garante come la delibera sia stata violata.

Nessun commento: